Mozione UDU da presentare nei consigli accademici
2008: LA SVOLTA :: La tua prima categoria :: La SVolta 2008, chiediamo una riforma universitaria :: Normativa
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Mozione UDU da presentare nei consigli accademici
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http://web4.managed196.serverclienti.com/images/stories/manifestazioni/mozione%20organi%20accademici.doc
AL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E
DELLA RICERCA
ON. MARIASTELLA GELMINI
OGGETTO: parere in merito alla
Legge 6 agosto 2008, n.133.
L’approvazione del DL n. 112, divenuto, con la
conversione, la Legge n. 133/08, ha segnato un solco nella storia
dell’Università italiana. Si esprimono forti dubbi sulla legittimità dell’iter
legislativo rapido, di norma concesso per le disposizioni urgenti, per una
legge che, per quanto riguarda l’Università, mira a scardinarne il carattere
pubblico e a stravolgerne il sistema.
1. L’art. 16 fornisce la possibilità
agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. Questa
“possibilità” diventa un “invito” con tutte le agevolazioni tributarie ed
economiche contenute e diventa una “costrizione” con i tagli ingenti previsti
fino al 2013, che arrivano ad 1.441.500 €. Le Università diventeranno
fondazioni in cui conteranno solo le scelte dei finanziatori e degli
amministratori, sia nella didattica che nella ricerca, sotto la “vigilanza” del
Ministro dell’Università e del Ministro delle Finanze.
Si chiede pertanto l’abrogazione
di tale articolo che rischia di cancellare l’istituzione dell’Università
Pubblica, di cancellare l’insegnamento libero, di cancellare la concezione
dello studio come un diritto e per trasformarlo in una concessione di un
privato.
2. A causa della limitazione
delle assunzioni del personale a tempo indeterminato al 20%dei pensionamenti(viene assunto un professore ogni 5
che ne vanno in pensione) contenuto nell’art. 66, i numeri chiusi verranno
istituiti nella maggior parte dei nostri Corsi di Laurea per
rispettare il rapporto docenti/studenti dei "Requisiti necessari",
e il Diritto allo Studio, cosi come il rispetto dell’Articolo 33 della Costituzione Italiana,
diventerà un semplice optional. La conseguenza più incombente per chi frequenta
già un corso di laurea triennale è il numero chiuso per accedere alla
magistrale. Per chi invece frequenta un corso di laurea magistrale e intende
dedicarsi alla ricerca la conseguenza è una strada sbarrata dai troppi
ricercatori rimasti in posizione precaria per il blocco delle assunzioni.
3. Con la riduzione del fondo di
finanziamento per le spese di funzionamento degli Atenei, sempre nell’art. 66,
riduzione che in 5 anni è di 1.441.500.000 €, le Università saranno costrette
ad aumentare le tasse in maniera incontrollabile e a ridurre i servizi agli
studenti per chiudere il bilancio in pareggio, poi a trasformarsi in fondazioni
private cercando finanziatori esterni. Nel momento in cui saranno fondazioni
private i finanziamenti pubblici saranno solo una parvenza, non ci saranno più
vincoli di legge, non più didattica e ricerca svincolate da logiche di mercato
e di potere, non più qualità, non più diritti.
Chiediamo l’abrogazione dell’art.
66 che porterà gli Atenei a dividersi tra coloro che riusciranno a percepire
finanziamenti privati e coloro che invece dovranno accontentarsi di
finanziamenti pubblici ogni anno più ridotti diventando Atenei di serie “C”,
tra coloro che discrimineranno gli studenti con tasse incontrollabili e coloro
che discrimineranno gli studenti con numeri chiusi per accedere ad Atenei con
didattica e servizi ridotti all’osso, tra coloro che avranno didattica e
ricerca vincolate alle scelte dei finanziatori e coloro che avranno didattica e
ricerca libere ma non i soldi per portarla avanti.
Gli articoli 16 e 66 della L.
133/08 rappresentano lo scardinamento del carattere pubblico dell’Università e
lo stravolgimento del sistema universitario.
Se ne chiede pertanto l’immediata
abrogazione.
http://web4.managed196.serverclienti.com/images/stories/manifestazioni/mozione%20organi%20accademici.doc
AL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E
DELLA RICERCA
ON. MARIASTELLA GELMINI
OGGETTO: parere in merito alla
Legge 6 agosto 2008, n.133.
L’approvazione del DL n. 112, divenuto, con la
conversione, la Legge n. 133/08, ha segnato un solco nella storia
dell’Università italiana. Si esprimono forti dubbi sulla legittimità dell’iter
legislativo rapido, di norma concesso per le disposizioni urgenti, per una
legge che, per quanto riguarda l’Università, mira a scardinarne il carattere
pubblico e a stravolgerne il sistema.
1. L’art. 16 fornisce la possibilità
agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. Questa
“possibilità” diventa un “invito” con tutte le agevolazioni tributarie ed
economiche contenute e diventa una “costrizione” con i tagli ingenti previsti
fino al 2013, che arrivano ad 1.441.500 €. Le Università diventeranno
fondazioni in cui conteranno solo le scelte dei finanziatori e degli
amministratori, sia nella didattica che nella ricerca, sotto la “vigilanza” del
Ministro dell’Università e del Ministro delle Finanze.
Si chiede pertanto l’abrogazione
di tale articolo che rischia di cancellare l’istituzione dell’Università
Pubblica, di cancellare l’insegnamento libero, di cancellare la concezione
dello studio come un diritto e per trasformarlo in una concessione di un
privato.
2. A causa della limitazione
delle assunzioni del personale a tempo indeterminato al 20%dei pensionamenti(viene assunto un professore ogni 5
che ne vanno in pensione) contenuto nell’art. 66, i numeri chiusi verranno
istituiti nella maggior parte dei nostri Corsi di Laurea per
rispettare il rapporto docenti/studenti dei "Requisiti necessari",
e il Diritto allo Studio, cosi come il rispetto dell’Articolo 33 della Costituzione Italiana,
diventerà un semplice optional. La conseguenza più incombente per chi frequenta
già un corso di laurea triennale è il numero chiuso per accedere alla
magistrale. Per chi invece frequenta un corso di laurea magistrale e intende
dedicarsi alla ricerca la conseguenza è una strada sbarrata dai troppi
ricercatori rimasti in posizione precaria per il blocco delle assunzioni.
3. Con la riduzione del fondo di
finanziamento per le spese di funzionamento degli Atenei, sempre nell’art. 66,
riduzione che in 5 anni è di 1.441.500.000 €, le Università saranno costrette
ad aumentare le tasse in maniera incontrollabile e a ridurre i servizi agli
studenti per chiudere il bilancio in pareggio, poi a trasformarsi in fondazioni
private cercando finanziatori esterni. Nel momento in cui saranno fondazioni
private i finanziamenti pubblici saranno solo una parvenza, non ci saranno più
vincoli di legge, non più didattica e ricerca svincolate da logiche di mercato
e di potere, non più qualità, non più diritti.
Chiediamo l’abrogazione dell’art.
66 che porterà gli Atenei a dividersi tra coloro che riusciranno a percepire
finanziamenti privati e coloro che invece dovranno accontentarsi di
finanziamenti pubblici ogni anno più ridotti diventando Atenei di serie “C”,
tra coloro che discrimineranno gli studenti con tasse incontrollabili e coloro
che discrimineranno gli studenti con numeri chiusi per accedere ad Atenei con
didattica e servizi ridotti all’osso, tra coloro che avranno didattica e
ricerca vincolate alle scelte dei finanziatori e coloro che avranno didattica e
ricerca libere ma non i soldi per portarla avanti.
Gli articoli 16 e 66 della L.
133/08 rappresentano lo scardinamento del carattere pubblico dell’Università e
lo stravolgimento del sistema universitario.
Se ne chiede pertanto l’immediata
abrogazione.
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